EDILIZIA E ATTIVITÀ PRODUTTIVE

Le funzioni riconosciute allo Sportello Unico sono quelle inerenti:

a) la realizzazione, la ristrutturazione, l'ampliamento, la cessazione, la riattivazione e la riconversione delle attività produttive, la localizzazione, la rilocalizzazione e l'avvio di impianti produttivi di beni e servizi, nonché l'esecuzione di opere interne ai locali adibiti ad uso di impresa, ivi incluso il rilascio dei titoli abilitativi edilizi;

b) l'avvio e lo svolgimento delle attività di servizi rientranti nell'applicazione della direttiva 2006/123/CE. Le procedure e le formalità necessarie per accedere alle attività di servizi e per esercitarle comprendono, in particolare, le dichiarazioni, le notifiche e le istanze necessarie a ottenere l'autorizzazione delle autorità competenti, incluse le domande di inserimento in registri, ruoli, banche dati, o di iscrizione a organismi, ordini e associazioni professionali, ai sensi dell'articolo 6 della direttiva 2006/123/CE;

c) lo sportello unico per l'edilizia, in riferimento alle attività di cui alle lettere a) e b), in conformità alla normativa regionale in materia di edilizia.

Secondo la legge regionale Friuli Venezia Giulia rientrano tra gli impianti produttivi gestiti dal S.U.A.P. quelli relativi a tutte le attività di produzione di beni e servizi, ivi incluse le attività agricole, commerciali e artigiane, le attività turistiche e alberghiere, i servizi resi dalle banche e dagli intermediari finanziari, i servizi di telecomunicazioni.

Non appena terminato l’intervento produttivo attivato presso lo Sportello Unico, spetta al soggetto interessato comunicare allo sportello unico la chiusura dei lavori trasmettendo la dichiarazione del direttore dei lavori. Questa dichiarazione attesta la conformità dell'opera al progetto presentato e la sua agibilità, ovvero il certificato di collaudo, quando il collaudo è previsto dalle norme vigenti. Proprio sul collaudo la legge regionale n. 3/2001 modificata prevede che le strutture e gli impianti sono collaudati da professionisti o da altri soggetti abilitati dalla normativa vigente, diversi dal progettista dell'impianto e dal direttore dei lavori e non collegati professionalmente né economicamente, in modo diretto o indiretto, all'impresa, che ne attestano la conformità al progetto approvato, l'agibilità e l'immediata operatività.

Descrizione della documentazione tecnica da allegare alla domanda unica

Gli elaborati tecnici devono essere presentati in duplice copia piegata secondo i formato UNI A4 (mm 210 x 297) e devono riportare in ciascuna tavola un’intestazione contenente l’oggetto della domanda, la firma del richiedente la firma e il timbro professionale del progettista o dei progettisti.

In particolare:

L’estratto di mappa o tipo di frazionamento rappresentante la situazione catastale al momento della domanda, deve contenere gli elementi necessari a identificare la particelle oggetto di intervento. Tale estratto deve essere esteso fino a comprendere un tratto di strada pubblico e le particelle confinanti.

La planimetria di rilievo dello stato di fatto, in scala 1:200 oppure in scala 1:500, deve essere estesa a tutto il lotto di intervento e ai terreni a esso circostanti, per un profondità di almeno 20 metri dai confini. Nel caso di intervento in zona agricola, su lotto molto vasto, è sufficiente rappresentare la fascia di terreno inclusa in un raggio di 100 metri dall’opera progettata. Lo stato di fatto deve indicare: orientamento, toponomastica, quote planimetriche del terreno (idonee alla definizione geometrica del lotto) e dei manufatti esistenti, confini, ivi comprese le opere di urbanizzazione, quote altimetriche, quota media del lotto di pertinenza assunta quale quota zero dell’intervento riferite a un caposaldo fisso permanente, alberature di rilievo, viabilità e infrastrutture di trasporto (con la relativa caratterizzazione tecnica). Il caposaldo fisso deve essere individuato sulla strada pubblica più prossima in corrispondenza del lotto o del suo accesso. Con apposita grafia vanno rappresentati i distacchi che l’edificazione deve mantenere da elettrodotti, metanodotti, oleodotti, fognature, pozzi, acquedotti, drenaggi, ecc..

La documentazione fotografica dello stato di fatto deve essere prodotta in stampa di formato minimo cm. 13x18. Per gli interventi sul patrimonio edilizio esistente vanno documentati fotograficamente i particolari costruttivi e decorativi, i prospetti e gli interni. Le foto devono contenere elementi per la valutazione delle esatte dimensioni (stadia) e devono comprendere gli edifici contigui.

Il rilievo dei fabbricati esistenti (eseguito in scala minima 1:100) deve essere quotato e comprensivo di tutti i piani, delle sezioni e dei prospetti e con l’indicazione della destinazione d’uso delle unità immobiliari e dell’utilizzo dei locali.

La planimetria generale di progetto, redatta in scala 1:200, deve essere orientata ed estesa a tutto il lotto di intervento e contenere l’inserimento dell’opera progettata e la rappresentazione di tutti gli elementi atti a caratterizzarla, ivi comprese le distanze dei confini.

La planimetria dei servizi a rete, nella medesima scala della precedente, deve contenere il tracciato, l’indicazione della profondità, delle caratteristiche tecniche del sistema di distribuzione dell’acqua, dell’energia elettrica, della forza motrice, del gas, del telefono, nonché del sistema di smaltimento e depurazione delle acque bianche, di quelle nere ed eventualmente di quelle industriali.

Le piante di progetto devono essere in scala 1:100, orientate, e devono rappresentare ogni piano dell’edificio, dentro e fuori terra, il sottotetto e la copertura. Le piante devono essere quotate e devono indicare la dimensione complessiva dell’opera, la destinazione d’uso delle unità immobiliari e l’utilizzo dei locali, le relative misure di superficie netta, la dimensione delle aperture, il rapporto tra superficie finestrata e superficie del pavimento di ciascun locale, le scale, i vani ascensore, gli arredi fissi, e ogni altro elemento atto a caratterizzare il progetto. Nella pianta della copertura devono essere indicati i materiali, le pendenze, le gronde, i camini, i lucernai, i volumi tecnici, ecc.. Per gli interventi sul patrimonio edilizio esistente deve essere prodotta una tavola di raffronto con evidenziate in colore rosso le nuove costruzioni e in colore giallo le demolizioni. Nel caso di edifici contigui progettati in aderenza ad altri preesistenti e con essi comunicanti vanno rappresentati nelle piante anche i vani contigui degli edifici comunicanti, con la relativa destinazione d’uso.

Le sezioni devono essere almeno due, di cui una in corrispondenza delle scale, in scala 1:100. Devono essere aggiunte, inoltre, tutte le altre sezioni necessarie per la comprensione del progetto, in relazione alle caratteristiche intrinseche dello stesso. Nelle sezioni vanno indicati: le altezze nette dei piani, lo spessore dei solai, dei vespai e delle coperture, l’altezza delle parti al di sopra della linea di gronda, l’ingombro dei volumi tecnici e degli elementi aggettanti, le altezze delle fronti. Le sezioni devono riguardare anche i vani degli edifici esistenti in aderenza all’edificio in progetto e con esso comunicanti; inoltre le sezioni devono contenere i profili, debitamente quotati, dei manufatti e degli edifici esistenti a una distanza inferiore all’altezza dell’edificio progettato. Per gli interventi sul patrimonio edilizio esistente deve essere prodotta una tavola di raffronto con evidenziate in colore rosso le nuove costruzioni e in colore giallo le demolizioni.

I prospetti in scala 1:100, debbono riportare le quote significative e riferite alla quota zero. Vanno rappresentati schematicamente anche i prospetti degli edifici in aderenza e di quelli esistenti a distanza inferiore all’altezza del fabbricato progettato. Nel caso di interventi ricadenti nella zona omogenea A di P.R.G.C. è richiesta la rappresentazione completa dei prospetti di detti edifici. I prospetti debbono indicare aperture e relativi infissi, rivestimenti pluviali in vista, balaustre, coperture, sporti di linda, cornicioni ecc. specificandone i materiali e il colore. Per gli interventi sul patrimonio edilizio esistente deve essere prodotta una tavola di raffronto con evidenziate in colore rosso le nuove costruzioni e in colore giallo le demolizioni.

La relazione illustrativa deve indicare la motivazione delle scelte progettuali, le caratteristiche tipologiche dell’opera progettata (destinazioni d’uso, tipo edilizio, piani, ecc.), quelle costruttive (materiali e tecniche impiegati nelle principali strutture quali fondazioni, elementi portanti verticali e orizzontali, coperture, ecc.) quelle degli impianti tecnologici (idrico, elettrico, di gas metano o di qualsiasi fonte energetica alternativa, impianto telefonico, di smaltimento dei rifiuti, di smaltimento degli scarichi idrici, di condizionamento, di ascensore, ecc.).

Per gli interventi comprendenti opere strutturali dovrà essere allegata relazione tecnica strutturale, in duplice copia, completa dello schema dell’ordito strutturale, redatta secondo quanto disposto all’art. 13 della L.R. n. 27/1988 e all’art. 3 del D.P.G.R. n. 0164/Pres. del 05/04/1989.

Relazione tecnica ed elaborati grafici con riportate dettagliatamente le soluzioni tecniche adottate in conformità al D.M. n. 236 del 14/06/1989 dimostranti la sussistenza dei requisiti di adattabilità, visibilità e accessibilità ai sensi della L. n. 13/1989 e/o della L. n. 104/1992.

Asseverazioni o progetti,da inserire in calce alla domanda unica per evitare l’ulteriore pagamento dell’imposta di bollo, relative a:

a) prevenzione incendi (D.P.R. n. 37/1998, D.M. del 04/05/1998),

b) impianti (L. n. 46/1990, D.P.R. n. 447/1991),

c) barriere architettoniche (L. n. 13/1989, L. n. 104/1992),

d) normativa sismica (L. n. 1086/1971, L. n. 64/1974, L.R. n. 27/1988);

e) impatto luminoso (L.R. n.15/2007);

f)  impatto acustico (L.R. n.16/2007);

g) linee elettriche (DMCM 08/07/2003).

Scheda ISTAT.